Orientare significa…….
Secondo la definizione dell’Unesco orientare significa “porre l’individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire con gli studi e la professione, relativamente alle mutevoli esperienze della vita, con il duplice scopo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona umana”.
Secondo il vocabolario Zingarelli si definisce l’orientamento come “procedimento volto ad aiutare l’individuo verso forme di insegnamento o tipi di scuola e di professioni più consone alle reali attitudini, capacità ed aspirazioni”.
Sono evidenti delle analogie tra queste definizioni ma cosa significa e soprattutto quali sono gli strumenti per comprendere e discriminare le attitudini, le potenzialità e le capacità di un individuo facendo riferimento nel nostro caso all’ età evolutiva?
I soggetti da “orientare” non hanno ancora realizzato una completa e precisa configurazione di personalità, (parliamo di ragazzi di terza media), il processo di evoluzione psico-fisica è ancora in atto ed è noto che i disagi e le fragilità tipiche di questa età non favoriscono un sereno auto-orientamento. La famiglia, le amicizie, i giudizi dei professori e le nuove emozioni con le quali i ragazzi cominciano ad entrare in contatto contribuiscono spesso a mascherare quelle che sono le proprie attitudini e potenzialità e, magari per non dispiacere i genitori o seguire l’amica del cuore non si effettua una scelta adeguata.
In alcuni casi l’unico o il prevalente elemento di valutazione di cui si tiene conto è il giudizio delle insegnanti che viene formulato in base al rendimento scolastico e spesso è vincolato al comportamento sociale dell’alunno. In molti casi sono proprio gli stessi docenti a non avere gli strumenti necessari per dare adeguate risposte alle famiglie o al ragazzo stesso. Dietro un voto positivo ci potrebbe essere una intelligenza assimilativa ma poco profonda o intuitiva ma non costante, dietro uno scarso rendimento un disagio temporaneo o una scarsa autostima niente che abbia a che vedere con la quantità di Q.I.
Cogliere e individuare le caratteristiche intellettive, la capacità di giudizio, il tipo di intelligenza e di memoria, la capacità di comunicare, di adattarsi all’ambiente, di socializzare, di approfondire, di elaborare strategie, di pianificare a breve, medio o lungo termine sono rilevabili attraverso l’indagine grafologica.
La figura del grafologo va a cogliere le variabili intellettive e comportamentali le mette in relazione con l’andamento scolastico, le componenti ambientali e la personalità del soggetto avendo come scopo sia quello di evidenziare punti di forza o eventuali criticità interagendo con le altre figure professionali di riferimento, sia di fornire gli strumenti ai ragazzi per conoscersi meglio ed effettuare una scelta più serena e consapevole della scuola superiore.