Cosa dicono i ricercatori sulla rimozione della scrittura a mano dai programmi d’insegnamento?
Mentre i critici sostengono che non c’è sufficiente ricerca a supporto del mantenimento della scrittura corsiva nei programmi scolastici, nessuna ricerca ha concluso che l’insegnamento della scrittura corsiva e la sua pratica debbano essere scoraggiati. Supportati da studi che riconoscono i benefici che si ottengono con la scrittura a mano, molti educatori, ricercatori e scienziati stanno conducendo una campagna contro la tendenza a eliminare l’insegnamento del corsivo. Dal momento che le recenti ricerche mostrano i suoi positivi effetti, non è da irresponsabili rimuovere del tutto l’insegnamento della scrittura a mano senza capire quali possano esserne le conseguenze?
La dott.ssa Anna Mangen dell’Università di Stavanger e il dott. Jean-Luc Velay dell’Università Aix-Marseilles, studiosi dell’alfabetizzazione digitale e neuroscienziati cognitivi, mettono in guardia contro la sostituzione della scrittura a mano con la scrittura a macchina: «Il disgiungere l’input motorio dall’output tattile e visivo determinati dalla tastiera del computer come dispositivo di scrittura […] è seriamente sconsigliato”.[1]
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La dott.ssa Karin James concorda e afferma che «potrebbe essere anche un bene offrire l’opzione di non insegnare più la scrittura a mano, ma non lo sappiamo. Le ricerche indicano che potrebbe non esserlo. Si verrebbe a disporre il cervello del bambino a interpretare le lettere e le parole in un modo molto diverso»[2]. Il dott. Norman Doidge, psichiatra e ricercatore nel campo della neuroplasticità, ha manifestato la sua preoccupazione in un aggiornamento della National Association of School Boards of Education:
Alcuni neuroscienziati affermano che, se il corsivo scompare, certe abilità cognitive saranno semplicemente sostituite da altre nuove, proprio come è sempre accaduto da quando gli esseri umani hanno cominciato a lasciare i loro segni sulle pareti delle caverne. Non c’è dubbio che le capacità cognitive perse saranno sostituite da altre nuove. Ma non è da irresponsabili promuovere tali cambiamenti senza capire se questi cambiamenti sono utili o dannosi per chi apprende? […] È del tutto possibile che abbassando […] gli standard di scrittura a mano e riducendo il tempo di esercitazione nell’uso della penna, possiamo aver ostacolato, e in alcuni casi danneggiato, il processo di apprendimento[3].
La dott.ssa Jane Yank, kinesiologa e ricercatrice nel campo della scrittura a mano, concorda. Lei nota che tracciare segni con la mano ha prodotto enormi vantaggi per gli esseri umani, che si sono evoluti in un rapporto di reciprocità con lo sviluppo di centri cognitivi del cervello e perfezionamenti della struttura della mano,[4] producendo capacità tipicamente umane di conoscenza, inventiva, creatività, empatia[5] e consapevolezza sociale,[6] che sono tutti elementi critici dell’educazione. Lei asserisce che la sostituzione della scrittura a mano col pigiare sui tasti [key-pressing] e con le tecnologie al tatto [touch-technologies] possono avere una vasta gamma di effetti negativi per ciascuna di queste aree critiche dell’attività umana.[7] Considerando la crescente quantità di conoscenze circa i contributi unici della scrittura a mano allo sviluppo umano, all’alfabetizzazione, alla vita mentale,[8] e all’impegno sociale,[9] dovremmo forse mettere a rischio l’istruzione dei nostri figli ignorandola?
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Fonte: Scrittura 173-174, maggio-dicembre 2016