Si intaccherebbero i valori psicologici e artistici passando a scrivere solo con il computer?
Al di là dei benefici della scrittura a mano nel favorire l’apprendimento, la coordinazione e la promozione di un livello di pensiero e di espressione più alto, alcuni non hanno dubbi circa il valore psicologico e artistico della scrittura corsiva. Quando William Woods del Paris Review chiese allo scrittore Robert Stone se lui scrivesse per lo più a macchina i suoi manoscritti, lui rispose: «Sì, fino a quando le cose non diventano vaghe.
Allora scrivo a mano per essere preciso. Con la macchina da scrivere o con il computer si può eseguire in fretta ciò che non dovrebbe essere affrettato, e si possono perdere le sfumature, la ricchezza e la chiarezza. La penna costringe alla chiarezza».[1] Robert Stone non è l’unico scrittore a fare questa osservazione.
I membri di un gruppo di scrittura professionale, Heritage Writers (Stockton, CA), hanno affermato che la maggior parte di loro scrive a mano. A sostegno di questa pratica un editore ha commentato: «Quando mi viene chiesto di esaminare un lavoro per un’opinione, riesco sempre a notare la differenza tra una scrittura prodotta elettronicamente e una che si è sviluppata con carta e penna. Concordo pienamente che una scrittura ponderata, realizzata a mano sia meglio».[2]
Julia Cameron (The Artist’s Way) e Natalie Goldberg (Writing Down the Bones) sono scrittrici che insegnano l’arte di scrivere. Entrambe richiedono ai loro studenti di scrivere le “Morning Pages”, tre pagine mattutine di scrittura ad associazione libera per liberarsi dei blocchi mentali e migliorare la loro creatività.
Cameron ha riferito che quelli che scrivevano con la tastiera le loro pagine notarono che «al computer non facevano proprio la stessa cosa» di quando scrivevano a mano,[3] e dopo aver esaminato i risultati, tornarono a comporre le loro pagine di scrittura mattutina a mano.
Lena Rivkin, un’artista della California del Sud, insegnante e grafologa, osservava nel The Lost Art: «Quando scrivi in corsivo non puoi fare contemporaneamente più cose. Il semplice atto di scrivere in corsivo ti obbliga in quel momento a essere lì, con i tuoi pensieri e le tue intenzioni».[4].
Fonte : Scrittura 173-174, maggio-dicembre 2016